Tp2b oggi vi porta nel cuore pulsante di Trastevere, uno dei quartieri più vivaci e affascinanti di Roma, ma non in superficie bensì nelle sue viscere. Il punto di ritrovo per questo viaggio nel mondo nascosto di Roma è la Chiesa di Santa Cecilia, un gioiello o che mescola storia, arte e leggenda.

La facciata della chiesa, risalente al XII secolo, è un’anticipazione del tesoro che si nasconde all’interno. Entrando, si è accolti da un’atmosfera solenne e misteriosa, con il silenzio rotto solo dal mormorio dei visitatori e dal lieve eco delle preghiere. Al centro dell’altare maggiore, una scultura di Santa Cecilia giace distesa, scolpita dal celebre Stefano Maderno, una rappresentazione di rara bellezza che si dice sia basata sul corpo incorrotto della santa, scoperto nel 1599.

Si dice che Cecilia, una giovane donna di nobile famiglia, fosse condannata a morte per la sua fede cristiana. Miracolosamente sopravvissuta all’asfissia nelle terme della sua casa, fu infine decapitata, ma non prima di aver cantato a Dio nel suo cuore, guadagnandosi così il titolo di patrona della musica

Ma le meraviglie non finiscono qui. Scendendo nella cripta, si scopre un complesso di stanze e passaggi sotterranei che raccontano secoli di storia. Qui, si possono ammirare mosaici bizantini che brillano ancora vividamente, antichi affreschi e resti di edifici romani che rivelano la stratificazione storica di Roma.

Nello stesso luogo in cui oggi sorge la basilica di S. Cecilia infatti, vi era, nel II secolo, la casa di un certo Valeriano, promesso sposo a Cecilia. Costei, che era cristiana, volle convertire alla sua religione Valeriano e il di lui fratello Tiburzio. Ma i tre furono scoperti; ai due fratelli venne tagliata la testa, a Cecilia fu riservata una sorte peggiore: fu chiusa nel bagno della sua casa e fu condannata a morire per soffocamento. Ma Cecilia non morì e l’imperatore Marco Aurelio ordinò di decapitarla; la colpirono tre volte con la spada, ma la Santa spirò dopo ben tre giorni, durante i quali dettò le sue ultime volontà. Cecilia fu seppellita nelle catacombe di S. Callisto sulla via Appia e la sua casa fu trasformata in chiesa.

Continuando a scendere si trovano altre due cappelle, la cappella dei Ponziani, con affreschi della scuola del Pinturicchio nella volta e di Antonio da Viterbo alle pareti; la cappella delle reliquie, progettata chi Luigi Vanvitelli. Da qui si accede alla cappella sepolcrale del cardinal Rampolla del Tindaro il quale fece architettare da Enrico Quattrini, nel 1929, questa curiosa tomba. E fu lo stesso Rampolla del Tindaro che incaricò Giovan Battista Giovenale nel 1899 di realizzare la cripta. In essa sono conservati diversi sarcofagi, tra cui quelli di Cecilia, Valeriano e Tiburzio. Da visitare i ruderi dell’antica casa romana, con i resti di pavimento a mosaico, silos per le granaglie, monili, statue e altro.

Visitare la Chiesa di Santa Cecilia è come fare un viaggio nel tempo, in cui ogni visitatore, al termine del suo percorso, porta con sé non solo l’immagine di una bellezza senza tempo, ma anche un pezzetto della straordinaria storia di Roma.


Di Hella